Tappa 5 Chiesa madre dell'Assunta P.zza V.Emanuele

 

 

Epoca costruttiva inizio 1500;  ampliata dalla parte absidale,  restaurata e meglio decorata, in tre successivi periodi, tra il 1880 ed il 1927; altri restauri furono effettuati nel 1974. Gli ultimi restauri sono stati effetuati dal '98 al 2006. In seguito a questi lavori di consolidamento e ristrutturazione (1998) sono tornati alla luce i resti della vecchia chiesa, sui quali è sorta quella attuale. Sotto il pavimento sono emerse le basi di tre pilastri e una buona parte del pavimento della navata centrale del vecchio edificio (circa 90 mq) dove una scritta indica che fu restaurato nel 1827. Sul pavimento sono state trovate le lapidi di 13 sepolture. Due di queste riportano le lapidi con epigrafe: una del Notaio Nicola Cava del 1802, l'altra del medico Pietro Ricci del 1827.  L'attuale chiesa risale alla seconda metà del XIX secolo. Tra il 1880 e il 1888 fu demolito il vecchio edificio, a causa dei movimenti franosi, e sui suoi resti fu costruito il nuovo.  Chiesa Madre
Chiesa Madre dell'Assunta

 

Chiesa Madre dell'Assunta

La chiesa, anche se soffocata nella prospettiva esterna, per la ristrettezza spaziale del sagrato, dalle case circostanti, presenta una facciata stilisticamente armoniosa, di tipo classico, completamente in pietra.

Sulla facciata nella parte centrale vi si trova l’ingresso con portale realizzato in pietra locale e su ciascun lato vi sono due grandi lesene delimitanti una grossa nicchia vuota. L'interno è ad un'unica ampia navata, con quattro grandi cappelloni laterali su ciascuna fiancata.

 

Entrata Chiesa Madre

 

 

 

 Le pitture che l'adornano sono state effettuate tra il 1925 ed il 1926. Rappresentano sullo sfondo della cupola absidale il trionfo della Madonna, sulle pareti laterali di fondo, all'altezza dell'altare maggiore, episodi evangelici e, sulla volta del soffitto, l'ultima cena, secondo la versione leonardesca.

 

 

Volta

 

Ultima cena
 

 

 

Chiesa madre

 

 

 

 

 

All'interno possiamo ammirare varie statue in legno e cartapesta, una tavola dipinta raffigurante la Madonna con bambino e Santi in preghiera probabilmente opera del pittore Genesio Galtieri, e due organi lignei. Nella sacrestia sono conservati preziosi paramenti in seta e oro con manifattura del XVII secolo, oggetti sacri vari del '500, una croce astile in argento del '600 di pregevole fattura e un messale Romano del '600.

 

Organo

Madonna delle Grazie  

 

 

La Chiesa delimita da un lato quella che per secoli è stata la piazza principale di Verbicaro, il luogo in cui si è svolta la vita civile del paese.

 portale

Infatti, abitualmente è ancora oggi chiamata "a Chiazza", senza ulteriori specificazioni. Ha avuto tra i suoi edifici anche le carceri. Lo ricorda un'antica lapide: "A.D. 1825 Astricti crimine conspicite, et perhorrescite hic intus vel cito vel sero luetis poenam, integri vero vitae, scelerisque puri Blasio Rugiero plaudite non sine cujus syndici maxima cura iste aedificatus carcer". Furono costruite nel 1825 dal sindaco Biagio Ruggiero, lo stesso a cui si deve la fontana vecchia. In seguito sono state adibite ad abitazione privata, come tanti altri edifici verbicaresi sorti non come abitazioni, ma diventatili nel tempo.

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