Chiese

Chiese del Comune di Verbicaro


Descrizione

Chiesa S.Maria delle Grazie costruita secondo i canoni della moderna architettura sacra; aperta al culto in data 11 novembre 1979, giorno votivo della Madonna delle Grazie a ricordo del morbo del colera del 1837. In seguito fu istituita parrocchia Sacro Cuore di Gesù in Nostra Signora delle Grazie. All'interno si possono ammirare varie statue di recente manifattura e sull'altare centrale un antico trittico raffigurante la Madonna delle Grazie e lateralmente S.Giuseppe e S.Anna proveniente dall'antica chiesa in P.zza S.Pietro demolita nel 1950. Chiesa Sacro Cuore

 

 

Chiesa Calvario  La chiesetta di S.Maria la Nova, che era ubicata fuori dell'abitato, su una collina a monte del paese, detto "Calvario", solitaria, un tempo era un antico romitorio, con delle celle per gli oblati, per coloro che vi si ritiravano per dedicarsi alla preghiera consacrandosi al servizio di Dio e della Chiesa. Nell'interno della chiesa, in una nicchia era riposta la statua di S.Antonio di Padova e su un altare laterale era collocata la statua della Madonna scolpita nel 1700.

Queste statue sono ora custodite nella nuova chiesa di S.Maria la Nova; armonica nella sua modesta e contenuta struttura architettonica, fu fatta costruire per iniziativa e devozione di privati nel 1879, nelle vicinanze della vecchia, che era andata in rovina per mancanza di manutenzione dopo il suo incameramento da parte del governo e che crollò nel 1886 logorata dal tempo, dopo che lo spiazzo antistante era stato adibito a cimitero comunale. L'8 settembre si celebra la festa della natività della Madonna. Sull'altare centrale si può ammirare un dipinto su tela raffigurante la Madonna col bambino in trono, probabilmente opera di Genesio Galtieri.

 

 

La Chiesa di S.Maria di Loreto situata a due chilometri circa dal paese, in aperta campagna, sul fianco sinistro della valle dell'Abatemarco, di origine medievale, molto modesta nella sua semplicità architettonica. Intorno al sec. X, sul luogo dove sorge la chiesetta, fiorì un romitorio femminile, basiliano. Chiesa Santa Maria di Loreto
Madonna di Loreto Chiesa Loreto

 

All'interno si possono ammirare una statua in cartapesta raffigurante la  Madonna con bambino e nell'abside della chiesetta  affreschi raffiguranti la Madonna con bambino e Santi. Chiesa Madonna di Loreto

 

 

Chiesa Madonna di Loreto All'esterno sopra il portale vi è una nicchia dove è posta una statuetta in pietra raffigurante la Madonna con il bambino sulle spalle (stessa iconografia dell'affresco).

 

 

La Chiesa di S.Francesco di Paola, Santuario diocesano dal  9 settembre 1997, risale alla fine del 1800, si trova su una collina "supra dd'iertu", a circa tre chilometri dal paese, percorrendo la strada rotabile, da dove si domina con lo sguardo, per l'ampio orizzonte, la serra verdeggiante delle colline, che degradano verso la valle, tra l'Abatemarco ed il Lao, fino alla costiera tirrenica. E' a pianta rettangolare, ad una piccola sola navata, con facciata principale e porticato, poggiato su tre archi a tutto sesto, con portone d'ingresso interno e campaniletto a vela costruito all'apice dello spiovente della tettoia.

 

 

Santuario San Francesco di Paola

Santuario S.Francesco di Paola

 

 

Santuario San Francesco di Paola

 

Statua S.Francesco La chiesa custodisce  una statua di cartapesta del Santo a cui è dedicata, un organo a canne, sull'altare centrale un dipinto su tela raffigurante il Santo e una croce lignea. Fu costruita con i fondi che un eremita della zona, Fra Giuseppe Cetraro, raccolse, questuando nei dintorni e con le offerte dei proprietari delle vigne, essendo S.Francesco il protettore dei vigneti.

 

 

Chiesa di S.Pietro nella struttura settecentesca e nei caratteri architettonici, ad unica navata rettangolare, abbastanza ampia, sobriamente decorata, sorgeva alla periferia del paese in uno spiazzale, detto "mpedi dd'urma" (ai piedi dell'olmo), per un olmo che vi vegetava, fiancheggiato da un torrente, che per la vicinanza alla chiesa venne denominato canale di S.Pietro. Le acque del canale, però, a regime torrentizio, specialmente nelle piene invernali, non frenate da alcuna briglia o argine, determinarono col tempo, per la loro forza erosiva, franamenti del terreno, che minarono la stabilità della chiesa, la quale, divenuta pericolante, fu chiusa al pubblico nel 1930. Fu demolita nel 1950 per evitare che crollasse, lo spiazzo rimasto libero sistemato e consolidato porta il nome di piazza S.Pietro. La campana datata 1719 è conservata nella chiesa madre come pure tutto l'arredamento sacro di pertinenza della chiesa e la statua di S.Pietro, di pregevole fattura dell'artigianato sacro napoletano del '700.

Con il passare del tempo, l'edificio, non più abitato e non più curato, per il sottofondo franoso, smosso dalle acque torrentizie del vicino canale, detto di S.Domenico, si lesionò in alcuni punti minacciandone la stabilità e crollò parzialmente.

I beni patrimoniali del monastero vennero assegnati alla chiesa parrocchiale.

Nella Chiesa di S.Giuseppe si conserva il vecchio portale in pietra dell'antica Chiesa di San Domenico.

Portale in pietra della vecchia chiesa di S.Domenico

Il monastero dei domenicani o Padri predicatori che venne intitolato a Gesù e Maria, fu costruito fuori dal centro abitato nel 1571, in una zona pianeggiante, denominata, perciò, il "piano", che ora costituisce il punto di riferimento del paese, dopo la sua espansione urbanistica. A pianta quadrangolare, con al centro il chiostro e sull'ala destra la chiesa di S.Domenico, orientato verso nord-ovest, opera di esperte maestranze locali, esprimeva caratteri e motivi stilistici dell'architettura cinquecentesca, come si poteva notare dal portale e dalle arcate della Chiesa. Vicino, era ubicato un piccolo ospedale per i poveri. Nel 1622 vi furono assegnati 6 domenicani. Il monastero ebbe una durata molto breve, venne soppresso dopo un trentennio appena di attività. Fu chiuso per disposizioni della S.Sede nel 1653 ed i monaci vennero trasferiti nel monastero dei domenicani di Altomonte. Nella diocesi di Cassano molti conventi degli ordini religiosi nacquero dai primi del 1500. Si moltiplicarono in modo sproporzionato rispetto alla popolazione e all'esiguo numero di centri abitati (326). Papa Innocenzo X nel 1652 ordinò di sopperire i piccoli conventi con la Bolla Instaurandae Vitae Regularis (15 Ottobre 1652). Al tempo di Innocenzo X tra i vari ordini religiosi nella diocesi, i Domenicani erano ad Altomonte, Cassano, Castrovillari, Laino, Saracena e Verbicaro. (da Cronotassi dei vescovi di Cassano - Diocesi Calabro Lucana dei due mari - XVII sec. - di Leonardo R.Alario)

In seguito la parte ancora agibile venne data in fitto a cittadini privati. Nulla più resta del vecchio monastero, ad eccezione di una parte dell'ala sinistra, quasi completamente rifatta e riadattata ad uso di abitazione privata. Per il resto, al suo posto, sorge l'attuale Piazza Piave con il Monumento ai Caduti. Neppure la chiesa esiste più, demolita nel 1930 per la sua malferma stabilità.

 

 

Tra il 1600 e il 1700, oltre alle cappelle filiali direttamente dipendenti dalla chiesa parrocchiale, erano sorte cappelle rionali ad iniziativa e devozione di privati: quella di S.Giacomo, di S.Antonio Abate, di S.Sebastiano, di S.Maria Maddalena, le quali ebbero vita breve poichè erano scarsamente dotate di fondi. Nessuna traccia è rimasta di quese cappelle se non il ricordo del nome trasmesso e rimasto alle vie adiacenti.

 

 

La professoressa Maria Pia Di Dario Guida, dell'Università degli Studi della Calabria, ritiene che nel XVI secolo, in Calabria, per quanto riguarda la cultura artistica, "l'unico episodio autoctono di rilievo è il tenue filone di pittura che è possibile seguire in vari punti della costa tirrenica e dell'interno". In alcuni centri, tra cui Verbicaro, "le chiese si ornano di affreschi il più delle volte con esili teorie di Santi". È il caso della cappella dedicata alla Madonna della Neve, l'edificio di culto più antico di Verbicaro, che ha sulle sue pareti affreschi del 1539, veri e propri gioielli del patrimonio artistico verbicarese.

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