Itinerario storico artistico

le tappe degli itinerari storico artistico


Descrizione

Tappa 1 Chiesa di San Giuseppe

 

I lavori di costruzione ebbero inizio il 31 Ottobre 1897. Fu aperta al culto nel 1922. Decorata di stucchi e adornata in alto al centro, su un pinnacolo, dalla statua di S.Giuseppe e lateralmente dalle statue di  Gesu' e Maria in memoria dell'antico convento dei domenicani.

Ad unica navata, all'interno è decorata di stucchi e pitture che rappresentano episodi della vita di S.Giuseppe.

Vi sono sculture in legno e cartapesta e un organo ligneo.

Si conserva il vecchio portale in pietra dell'antica Chiesa di San Domenico,
che sorgeva accanto al monastero dei domenicani, demolita nel 1930 per la sua malferma stabilità.

Al santo è devota una confraternita che si occupa non solo della festa del compatrono verbicarese, ma anche dell’organizzazione delle altre feste votive, come accade nella famosa processione dei misteri conosciuta per la sua caratteristica rappresentazione e per il rito dei battenti che ogni anno attira fedeli e curiosi da ogni luogo.

 

Tappa 2: Portale di via Giardino

 

I portali esprimono i valori originali della cultura del luogo; l'uso dei materiali che li costituiscono (la pietra, lo stucco, il legno, i mattoni, il ferro) e con essi la tecnica costruttiva testimoniano il valore delle maestranze professionali (lo scalpellino, lo stuccatore, il falegname, il fabbro ferraio).

Percorrendo il centro storico troviamo altre testimonianze e notiamo anche il diverso stile delle case rispetto a quelle più antiche di Bonifanti.

Quando Verbicaro si estese oltre l'originario borgo medievale (tra Quattrocento e Cinquecento), i quartieri allora nuovi sorsero come un'odierna periferia, cioè tante abitazioni separate sorte senza un ordine urbanistico preciso.

Solo nel tempo, con l'aumentare della popolazione, anche in periferia le case sono state addossate le une alle altre.

A caratteristica delle case del centro storico di Verbicaro sono le scale esterne che collegano un piano ad un altro.

Esse sono, nella maggioranza dei casi, aggiunte alla struttura originaria solo con l'aumentare del numero dei piani.

E i piani aumentavano con il crescere della famiglia, per consentire ai figli sposati di continuare a vivere vicino ai genitori e così ai figli dei figli.

Dal pian terreno originario si arrivava così, nel tempo, ad avere anche due o tre piani, collegati da scale esterne.

I condomìni sorti nei quartieri nuovi, palazzoni anche di cinque o sei piani, hanno anch'essi un'analoga spiegazione.

Tappa 3 Vico Vignale

 E' uno dei posti più caratteristici del centro storico,

con una suggestiva roccia ai piedi della quale  si trova un'antica fontana

con motivi decorativi a bassorilievo, fiancheggiata da una scalinata in pietra

Tappa 4: Fontana Vecchia e vecchio Municipio

 

Epoca costruttiva 1816. La fontana vecchia situata nel cuore del centro storico, nel tempo è stata fontana pubblica e lavatoio.

Era costituita da cinque mascheroni in marmo che formavano i boccagli della fontana (oggi ne sopravvive soltanto uno), dei ferri murati garantivano l'appoggio alle lanterne e delle nicchie ricavate nella muratura quello per il sapone.
Le pareti risultano completamente decorate da affreschi, che nel tempo erano stati ricoperti da intonaco.

Una vecchia iscrizione, appena leggibile, posta sul portico della fontana: Cives Universitatis donum Blasio Ruggiero date gloriam qui costruendam Sindicus Curavit - MDCCCXVI sta ad indicare che nell'area sovrastante, dai primi del 1800, aveva sede l'amministrazione civica.
La stessa sede fu adibita a municipio dopo la costituzione dei comuni, per cui tuttora viene indicata come Vecchio Mun

Tappa 5 Chiesa madre dell'Assunta P.zza V.Emanuele

Epoca costruttiva inizio 1500;  ampliata dalla parte absidale,  restaurata e meglio decorata, in tre successivi periodi, tra il 1880 ed il 1927; altri restauri furono effettuati nel 1974. Gli ultimi restauri sono stati effetuati dal '98 al 2006. In seguito a questi lavori di consolidamento e ristrutturazione (1998) sono tornati alla luce i resti della vecchia chiesa, sui quali è sorta quella attuale. Sotto il pavimento sono emerse le basi di tre pilastri e una buona parte del pavimento della navata centrale del vecchio edificio (circa 90 mq) dove una scritta indica che fu restaurato nel 1827. Sul pavimento sono state trovate le lapidi di 13 sepolture. Due di queste riportano le lapidi con epigrafe: una del Notaio Nicola Cava del 1802, l'altra del medico Pietro Ricci del 1827.  L'attuale chiesa risale alla seconda metà del XIX secolo. Tra il 1880 e il 1888 fu demolito il vecchio edificio, a causa dei movimenti franosi, e sui suoi resti fu costruito il nuovo.
La chiesa, anche se soffocata nella prospettiva esterna, per la ristrettezza spaziale del sagrato, dalle case circostanti, presenta una facciata stilisticamente armoniosa, di tipo classico, completamente in pietra.

Sulla facciata nella parte centrale vi si trova l’ingresso con portale realizzato in pietra locale e su ciascun lato vi sono due grandi lesene delimitanti una grossa nicchia vuota. L'interno è ad un'unica ampia navata, con quattro grandi cappelloni laterali su ciascuna fiancata.

 

 

 

 

 

All'interno possiamo ammirare varie statue in legno e cartapesta, una tavola dipinta raffigurante la Madonna con bambino e Santi in preghiera probabilmente opera del pittore Genesio Galtieri, e due organi lignei. Nella sacrestia sono conservati preziosi paramenti in seta e oro con manifattura del XVII secolo, oggetti sacri vari del '500, una croce astile in argento del '600 di pregevole fattura e un messale Romano del '600.

 

La Chiesa delimita da un lato quella che per secoli è stata la piazza principale di Verbicaro, il luogo in cui si è svolta la vita civile del paese.

Infatti, abitualmente è ancora oggi chiamata "a Chiazza", senza ulteriori specificazioni. Ha avuto tra i suoi edifici anche le carceri. Lo ricorda un'antica lapide: "A.D. 1825 Astricti crimine conspicite, et perhorrescite hic intus vel cito vel sero luetis poenam, integri vero vitae, scelerisque puri Blasio Rugiero plaudite non sine cujus syndici maxima cura iste aedificatus carcer". Furono costruite nel 1825 dal sindaco Biagio Ruggiero, lo stesso a cui si deve la fontana vecchia. In seguito sono state adibite ad abitazione privata, come tanti altri edifici verbicaresi sorti non come abitazioni, ma diventatili nel tempo

Tappa 6: Portale per Bonifanti

Epoca costruttiva XI secolo. E' una delle tre porte d'ingresso (le altre due sono situate in via Pampanara e via Orologio) al borgo medievale. Le case erano circondate da alte mura, l'accesso avveniva attraverso tre porte che di notte venivano chiuse per difendersi dalla violenza delle frequenti incursioni piratesche e dei Saraceni, molto frequenti tra l'ultimo scorcio del primo millennio e gli inizi del secondo.
La conformazione urbanistica del primo centro storico, caratterizzata da un agglomerato di modeste ed anguste case, costruite in parte a strapiombo sulla roccia, addossate l'una all'altra, fa ritenere che il paese sia sorto in epoca medievale barbarica, quando le ragioni sociali di una difesa collettiva da possibili aggressori, prevalevano sulle altre ragioni di comodo privato. I primi abitanti, perciò, dovettero essere i militi addetti alla difesa del castello , i profughi delle contrade rivierasche e qualche famiglia di contadini e di pastori, che avevano interessi nelle vicinanze.

 

Scale pavimentate in pietra e dedali di vicoletti ci inoltrano nella parte più antica del paese. Nell'intrico di strette viuzze e di case che sembrano nascere dalle rocce si possono ammirare splendidi portali in pietra, opera degli scalpellini locali e frutto di quella architettura spontanea di origine contadina; si scoprono piccoli capolavori: balconcini, finestrelle, supporti, cornicioni di stili e fogge diverse che insieme formano un tutto armonioso che sa di altri tempi

Tappa 7: Torre dell'orologio

Situata a Bonifanti, la parte più antica del paese. Opera di maestranze locali, molto caratteristica e dall'aspetto dominante, un tempo ospitava l'orologio civico.

Percorrendo i vicoletti di Bonifanti, si può notare il particolare stile architettonico delle case, addossate le une alle altre anche per esigenze statiche, sorgendo esse sulla roccia.

E' possibile anche osservare, alla base di alcune costruzioni, i colpi di scalpello sulla pietra, con i quali è stato creato lo spazio del vicoletto.

Tappa 8: Madonna del Carmine

Fu costruita, in località Pampanara, tra il 1895 e il 1896, consacrata nel 1897.

Prima della costruzione della chiesa, nello stesso luogo, esisteva un grosso mortaio di pietra che serviva per la lavorazione della polvere da sparo; si ritiene che sia stato ricavato quando entrarono in uso le armi da fuoco, cioè in epoca posteriore alla costruzione del "castello", fornito di petriere e saettiere, che erano i mezzi di difesa del periodo dell'alto medioevo; distrutto verso la fine del 1800 per fare luogo alla costruzione della chiesa.

Nell'interno si possono ammirare delle pitture e la statua in cartapesta della Madonna del Carmine.

 

Tappa 9: Chiesa Madonna della Neve

Chiesetta dedicata a Santa Maria ad Nives. Costituisce il più antico monumento storico del paese. Gli affreschi che risalgono al 1500 e raffigurano Santi, tra cui San Leonardo, furono successivamente coperti da uno strato di calcina e riemersi negli anni ottanta, in seguito ad alcuni occasionali lavori di ripulitura della chiesa. Furono restaurati in seguito ad opera della Sovrintendenza alle belle arti che, riconoscendo il valore storico ed artistico della Chiesa, ha provveduto, inoltre, ad effettuare lavori di consolidamento, di risanamento e di restauro, per il riassetto completo dell'edificio.

La chiesetta, di piccole dimensioni, modesta nella sua sobrietà architettonica, a pianta rettangolare e ad unica navata, ma piacevole per la sua posizione alpestre, in cima alla roccia, da dove si domina l'ampio paesaggio vallivo tra Verbicaro e Grisolia, si raggiunge attraverso un dedalo di viuzze strette. L'entrata è laterale e si apre su una delle due pareti longitudinali. L'interno è ornato da affreschi di Santi e Madonne.

Alle spalle dell'altarino, sul lato sinistro, troviamo un affresco raffigurante San marco e San Leonardo commissionato da Donna Domenica De Donato del 1539 (data e committente indicate nella scritta: "Hoc opus f.f. Donna Domenica De Donato Damel.. MCCCCCXXXVIIII" ). Prima erano datati intorno al 1400 perchè, l'iscrizione della data era visibile solo parzialmente MCCCC.

Sempre dietro l'altare, ma sul lato opposto si trova un affresco raffigurante da un lato la Pietà e dall'altro la Madonna con Bambino. Sulla parete di fronte alla porta d'ingresso è visibile un ciclo di affreschi riferibili ai secc. XIV-XV: Santi e Madonne con bambino.

Di fianco all'ingresso, sul lato destro, troviamo i resti dell'immagine di un Santo affrescati in una piccola nicchia della parete, mentre su quello sinistro un piccolo frammento di un altro affresco.

 

All'interno vi è una piccola statua lignea di antica fattura artigianale raffigurante la Madonna con Bambino, in trono.

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